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Category Archives: Diritto bancario

Collegio di Coordinamento ABF: il preavviso della segnalazione in SIC è obbligatorio anche per il debitore imprenditore

L’obbligo del preavviso della segnalazione nei sistemi di informazione creditizia (SIC) di CRIF vale nei confronti di tutte le persone fisiche, anche se non sono consumatori. Il preavviso tardivo rende le segnalazioni efficaci pro futuro.

I quesiti posti al Collegio di Coordinamento

Il Collegio di Coordinamento con la decisione n.4632 del 15 maggio 2023 ha fornito chiarimenti in merito all’interpretazione della normativa sul preavviso della segnalazione in SIC del nominativo di un debitore, persona fisica, non consumatore.

In particolare, ha risposto ai seguenti quesiti:

  1. se il preavviso sia un presupposto di legittimità della segnalazione anche quando la persona fisica segnalata non sia un consumatore, ma un imprenditore individuale;
  2. se il preavviso inviato successivamente alla data di prima segnalazione in SIC valga a rendere efficaci pro futuro le segnalazioni effettuate nel periodo successivo a quello di ricezione della comunicazione

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L’ABF sulla prescrizione dei Buoni Fruttiferi AD e 18P

Con la Decisione N. 575 del 20 gennaio 2023  l’Arbitro Bancario e Finanziario – Collegio di Napoli. ha nuovamente affrontato la questione della prescrizione del diritto alla riscossione dei buoni postali  serie AD istituita con DM del Tesoro del 23/07/1987.

Il ricorrente, intestatario di nr. 4 buoni fruttiferi “a termine”, del valore nominale di £ 1.000.000 ciascuno si è visto negare il rimborso nel mese di gennaio 2022, per intervenuta prescrizione del diritto alla riscossione dei titoli stessi.

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L’ABF sull’illegittima segnalazione in CRIF e la prova del preavviso

Con la decisione n.523 del 19 gennaio 2023 l’ABF – Collegio di Bologna ha affrontato il tema dell’onere della prova in un caso di segnalazione del nominativo di un cliente, nella banca dati del Sistema di Informazioni Creditizie SIC di CRIF che contiene informazioni sui finanziamenti richiesti ed erogati a privati e imprese.

Nel caso di specie, la ricorrente, avendo la necessità di accedere al credito, ha scoperto di essere stato segnalato in SIC da una società che in passato le aveva concesso un finanziamento (poi estinto) per il ritardato pagamento di alcune rate relative. La segnalazione non era stata preceduta dal preavviso dovuto in base all’art.125 comma 3 TUB e all’art. 5, comma 6 del Codice di condotta per i sistemi informativi gestiti da privati in tema di credito al consumo.

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Il pagamento dell’assegno a persona diversa dal prenditore

La Corte di cassazione con le ordinanze n.  3810238110 del 29 dicembre 2022 ha ribadito l’orientamento delle Sezioni Unite rispetto alla responsabilità della banca negoziatrice per il pagamento dell’assegno non trasferibile a persona diversa dal legittimo prenditore.

Purtroppo accade ancora che alcuni enti provvedano a consegnare assegni ai legittimi prenditori mediante l’utilizzo della posta ordinaria, ritenendo che la clausola di non trasferibilità, unitamente al procedimento di identificazione effettuato al momento della negoziazione del titolo, possano di per sé costituire una idonea garanzia rispetto al trafugamento. Invece, gli assegni, una volta trafugati, sono ugualmente incassati da soggetti non legittimati che utilizzano documenti falsificati.

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La Corte Costituzionale dichiara l’incostituzionalità della norma del Decreto Sostegni bis che rende irretroattivi gli effetti della sentenza Lexitor

La sentenza Lexitor resa dalla Corte di Giustizia Europea nel caso C-383/18 in data 11.9.2019 ha rivoluzionato il credito al consumo fornendo una interpretazione chiarificatrice dell’art.16 della direttiva 2008/48 dell’Unione Europea, recepita in Italia con il d.lgs. 141 del 2010. La citata direttiva stabilisce che il consumatore ha diritto, in caso di rimborso anticipato del finanziamento, a una riduzione del costo totale del credito, che comprende gli interessi e i costi dovuti per la restante durata del contratto. In base all’art.3 della medesima direttiva, dunque, vanno ridotti gli interessi, le commissioni, le imposte e tutte le spese che il consumatore deve pagare in relazione al contratto, escluse le spese notarili.

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Le opposte tesi del Tribunale di Napoli e del Collegio di Coordinamento ABF sui mutui con ammortamento alla francese.

A distanza di una settimana il Collegio di Coordinamento ABF, da una parte, e il Tribunale di Napoli, da un’altra, si sono pronunciati in merito alla legittimità del regime composto di capitalizzazione degli interessi applicato al mutuo con ammortamento alla francese, in assenza di espressa pattuizione scritta, giungendo a conclusioni opposte.

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L’investimento in vino attraverso gli NFT e la blockchain

Nell’articolo  Le operazioni in criptovalute come investimenti di tipo finanziario  abbiamo esaminato le problematiche connesse al fenomeno degli investimenti in valute virtuali effettuati attraverso la distributed ledger o blockchain (catena di blocchi), che, come si è detto, è un registro aperto che può memorizzare le transazioni tra due parti in modo sicuro, verificabile e permanente. Le transazioni hanno ad oggetto i token cioè i gettoni digitali che sono offerti agli investitori. Una tipologia particolare di token è rappresentata dai Non Fungible Token meglio noti come NFT.

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La responsabilità della banca per le truffe informatiche

L’utilizzo dell’home banking richiede particolare cautela e attenzione nella gestione dei sistemi di accesso e di autenticazione. Come abbiamo avuto modo di rilevare nel contributo “La scelta e la conservazione della password” il Garante per la privacy svolge una intensa attività di sensibilizzazione  all’uso consapevole e responsabile delle credenziali di autenticazione  pubblicando anche un utilissimo vademecum.

Le regole, in realtà, sono poche e chiare e riguardano sia la creazione, che la conservazione e l’utilizzo delle password.

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Le operazioni in criptovalute come investimenti di tipo finanziario

Una delle più importanti applicazioni della tecnologia digitale al settore finanziario è costituita dalle “criptovalute” o “valute virtuali“.

Come dice il nome stesso, la criptovaluta è una valuta nascosta, nel senso che è visibile/utilizzabile solo conoscendo un determinato codice informatico (le c.d. “chiavi di accesso” pubblica e privata). Pertanto, la criptovaluta non esiste in forma fisica ma si genera e si scambia esclusivamente per via telematica. Non è, quindi, possibile trovare in circolazione dei bitcoin in formato cartaceo o metallico.

Le criptovalute si caratterizzano per la presenza di un insieme di regole (detto “protocollo“), cioè un codice informatico che specifica il modo in cui i partecipanti possono effettuare le transazioni, di una sorta di “libro mastro” (distributed ledger o blockchain) che conserva la storia delle transazioni
e, infine, per l’uso di una rete decentralizzata di partecipanti che aggiornano, conservano e consultano la blockchain delle transazioni, secondo le regole del protocollo.  Il distributed ledger o blockchain (catena di blocchi), quindi, è un registro aperto che può memorizzare le transazioni tra due parti in modo sicuro, verificabile e permanente. I partecipanti al sistema sono definiti “nodi” e sono connessi tra di loro in maniera distribuita.

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Il Tribunale di Verona sospende una cartella esattoriale di MCC notificata al fideiussore

Per far fronte all’emergenza Covid il legislatore ha predisposto delle misure che agevolano l’accesso al credito delle piccole e medie imprese e dei professionisti, attraverso la concessione della garanzia pubblica di Mediocredito Centrale (MCC) gestore del Fondo di garanzia per le Piccole e Medie Imprese. L’istituto di credito che eroga il finanziamento beneficia della garanzia prestata da MCC che copre l’80% dell’importo dovuto dal debitore, al quale, spesso, viene chiesto anche il rilascio di una fideiussione da parte di un altro garante.

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Le Sezioni Unite si pronunciano sul superamento del limite di finanziabilità del mutuo

Nell’articolo Una rassegna della recente giurisprudenza in materia di mutuisi rilevava come nel 2012 il Tribunale di Venezia, condividendo quanto statuito dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 9219 del 1° settembre 1995, avesse dichiarato la nullità del mutuo fondiario per superamento del limite di finanziabilità ex art.38 II comma TUB. Secondo il Tribunale la disciplina del credito fondiario è posta a tutela, non solo degli interessi del ceto bancario, ma anche dell’interesse al regolare andamento dell’economia. Essa, dunque, è una norma di validità imperativa e la sua violazione comporta la nullità del mutuo fondiario ai sensi dell’art.1418 c.c. A partire da tale sentenza ha cominciato a svilupparsi il contenzioso relativo al superamento del limite di finanziabilità nei mutui fondiari.

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L’annullamento della cartella esattoriale di MCC per carenza di titolo esecutivo

Il Tribunale di Bergamo con la sentenza n. 1897 del 2 agosto 2022  ha annullato la cartella esattoriale notificata dall’Agenzia delle Entrate Riscossione per il recupero, mediante esecuzione esattoriale, del presunto credito di Mediocredito Centrale inerente alla garanzia prestata a beneficio di un istituto di credito e a favore di una impresa, a valere sul Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese.

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Le Sezioni Unite si pronunciano sulla nullità delle fideiussioni omnibus

In materia di fideiussione omnibus, con ordinanza del 30 aprile 2021 n. 11486 la Prima Sezione civile della Corte di Cassazione ha rimesso alle Sezioni Unite “per una rimeditazione dei principi enunciati dalla giurisprudenza di legittimità in tema di nullità dei contratti stipulati in conformità d’intese restrittive della concorrenza, volta a verificarne l’applicabilità alle fideiussioni bancarie prestate in conformità delle condizioni uniformi predisposte dall’ABI”. (altro…)

Mutuo fondiario: gli effetti del superamento del limite di finanziabilità dell’80%

Come già evidenziato nel precedente contributo “Una rassegna della recente giurisprudenza in materia di mutuicon riferimento al credito fondiario  definito dall’art.38 I comma del Testo Unico in materia Bancaria (TUB) come  l’operazione avente ad oggetto la “concessione, da parte di banche, di finanziamenti a medio e lungo termine garantiti da ipoteca di primo grado su immobili”   si pone il problema degli effetti giuridici prodotti dal  superamento del limite di finanziabilità che la Banca d’Italia, in conformità delle deliberazioni del CICR, ha determinato nella misura dell’80% del valore dei beni ipotecati o del costo delle opere da eseguire sui beni medesimi. Tale percentuale è elevabile al 100%  nel caso in cui il mutuatario  rilasci anche  garanzie integrative.

L’importo finanziato non può  superare il limite dell’80% del valore dei beni ipotecati o del costo delle opere da eseguire su di essi.

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La prova della titolarità del credito nella cessione dei crediti in blocco ex art.58 TUB

La cessione del credito produce un mutamento del rapporto obbligatorio dal lato attivo, determinando il trasferimento della titolarità del diritto,  dal cedente al cessionario.

La legge n.130 del 1999 disciplina in modo specifico le operazioni di cartolarizzazione dei crediti. Tali operazioni si realizzano con la cessione a titolo oneroso di crediti pecuniari, sia esistenti, sia futuri, individuabili in blocco, se si tratta di una pluralità di crediti, mediante la sottoscrizione o l’acquisto di obbligazioni e titoli similari ovvero cambiali finanziarie, esclusi, comunque, titoli rappresentativi del capitale sociale, titoli ibridi e convertibili, da parte della società emittente i titoli.

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La giurisprudenza recente sulle anomalie dell’ammortamento alla francese

A distanza di anni sembra che, attraverso la giurisprudenza di merito più recente, si stia finalmente delineando nella sua corretta dimensione  giuridica e contabile la questione in origine approssimativamente definita dell’ “anatocismo nei mutui” con ammortamento alla francese.

Agli albori della vicenda, le poche sentenze che affrontarono la questione come, ad esempio, quella del Tribunale di Benevento n.1936  del 19 novembre 2012 esclusero la configurabilità dell’anatocismo  nell’ammortamento alla francese. Conclusero, altresì, che  nei mutui in cui siano stati espressamente indicati  e accettati mediante sottoscrizione l’importo mutuato, i periodi di pagamento, il numero complessivo delle rate costanti,  il tasso e il piano di ammortamento,  l’applicazione dell’interesse composto non si potesse giungere ad una pronuncia di  nullità della clausola relativa agli interessi, per indeterminatezza dell’oggetto, ai sensi dell’art.1284 c.c.

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Osservazioni sull’anatocismo nei mutui: il punto della situazione

Le contestazioni relative alla pratica dell’anatocismo nei mutui e, in particolare, alla illegittimità del sistema di ammortamento definito “alla francese” hanno avuto un primo riconoscimento nella sentenza del Tribunale di Bari-sezione distaccata di Rutigliano che risale al 29.10.2008.

Per il momento, la cronaca giudiziaria ha registrato  solo  un’altra sentenza  di merito che pare ribadisca l’illegittimità della forma più diffusa e usata di ammortamento. Si tratta di una pronuncia resa dal Tribunale di Larino – sezione distaccata di Termoli – nel maggio scorso . (altro…)

Il Tribunale di Milano si pronuncia sui mutui con ammortamento alla francese

Con  sentenza del 30 ottobre 2013 anche il Tribunale di Milano ha affrontato la questione della legittimità dell’ammortamento alla francese. Il caso esaminato e affrontato dal giudice meneghino riguarda due contratti di mutuo nei quali, secondo la ricostruzione attorea, la pattuizione del tasso di interesse avrebbe violato  gli art. 1346 – 1418 – 1419 c.c.,  sarebbe stata  incompatibile con i principi di inderogabilità in tema di determinabilità dell’oggetto nei contratti formali, avrebbe violato  gli art. 1283 e 1284 c.c. , nonché la norma dell’art. 1322 c.c.  e l’art. 9, co. 3, della legge n. 192 del 1998 che vieta l’abuso di dipendenza economica. (altro…)

Una rassegna della recente giurisprudenza in materia di mutui

La contestazione delle clausole di un mutuo e la difesa rispetto a decreti ingiuntivi e procedure esecutive  promosse da Istituti di Credito in caso di inadempimento del cliente mutuatario  si basano, essenzialmente, su alcune fondamentali questioni che impegnano, con sempre maggiore frequenza, i giudici di merito.

In primo luogo, è ampiamente discussa la modalità di verifica dell’eventuale usurarietà dei tassi di interesse  corrispettivi e di mora che sono stati pattuiti nel contratto. Inoltre, si dibatte in merito alla illegittimità del sistema di ammortamento alla francese. Non mancano, poi, casi in cui si rileva la indeterminatezza e/o indeterminabilità dell’oggetto del contratto per effetto dell’equivoca pattuizione degli interessi. Né va dimenticata la questione relativa al superamento dei limiti di finanziabilità. (altro…)

Il Collegio di Coordinamento ABF e l’usurarietà degli interessi di mora

(di Alfonsina Biscardi) In un precedente contributo abbiamo avuto modo di fare un resoconto della giurisprudenza di merito che ha affrontato il problema della usurarietà degli interesse di mora, ad un anno di distanza dalla sentenza della Corte di Cassazione n.350 del 2013. Secondo alcuni commentatori, dalla citata sentenza si dedurrebbe il principio secondo cui gli interessi di mora concorrerebbero a determinare, assieme agli interessi corrispettivi, il costo complessivo dei mutui e delle operazioni finanziarie, in genere. Pertanto, ai fini della verifica dell’eventuale violazione della legge n.108 del 1996,  si dovrebbe procedere alla somma aritmetica dei due tassi convenzionalmente pattuiti e confrontarli  con il parametro rilevato trimestralmente, meglio noto come TEGM. Tutto ciò, malgrado sia noto che nella determinazione del TEGM, in base alle indicazioni fornite dalla Banca d’Italia, non si tenga conto degli interessi di mora. (altro…)

L’usurarietà dei tassi di interesse nei mutui

(di Alfonsina Biscardi) Risale agli inizi del 2013 la sentenza della Corte di Cassazione n.350 che ha dato avvio ad un acceso dibattito in merito alla verifica della usurarietà dei tassi di interesse nei mutui e, in generale, nelle operazioni di finanziamento. La sentenza, invero abbastanza stringata, dedica alla problematica della verifica dell’usurarietà dei tassi un breve passaggio. Infatti, si limita a ritenere fondata la censura mossa dal mutuatario ricorrente in Cassazione rispetto al metodo con il quale nei precedenti gradi di giudizio era stato effettuato il calcolo del tasso pattuito in raffronto con il tasso soglia. In tale calcolo non si era tenuto conto della maggiorazione di tre punti prevista a titolo  di mora. (altro…)

La Corte di Cassazione e l’anatocismo bancario: sentenza n.798 del 2013

Con la sentenza n.798 del 15 gennaio 2013 la sez. III civile  della Corte di Cassazione  ha nuovamente affrontato il tema dell’anatocismo e delle condizioni per proporre l’azione di nullità della clausola che pattuisce gli interessi e la domanda di ripetizione di quanto indebitamente addebitato dagli istituti di credito.

Il giudizio deciso dalla Corte in sede di legittimità scaturisce da un decreto ingiuntivo che, come si evince dalla sommaria ricostruzione del fatto, è stato proposto dal correntista nei confronti di un istituto di credito al fine di conseguire la restituzione dell’importo di L. 413.785.381 a titolo di ripetizione di indebito oggettivo derivante dall’applicazione di interessi ultralegali e c.m.s. non validamente pattuiti per iscritto e, comunque, usurari, relativamente a tre rapporti di conto corrente bancario. Immaginiamo che a sostegno del ricorso monitorio il correntista abbia allegato gli estratti conto dai quali emergeva, verosimilmente, il saldo a debito del conto corrente e, poi, una ricostruzione contabile che determinava l’importo indebitamente addebitato. (altro…)

Inammissibilità del procedimento ex art.700 c.p.c. per la cancellazione della segnalazione alla Centrale Rischi

L’illegittimo inserimento dei dati personali all’interno dei sistemi informativi sull’indebitamento della clientela delle banche e degli intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia, può causare al soggetto segnalato un grave danno da rimuovere nel più breve tempo possibile.
Se, da un lato, gli intermediari finanziari sono obbligati ad operare le segnalazioni per consentire una corretta valutazione del merito creditizio, da un altro lato, i soggetti segnalati devono essere senz’altro tutelati rispetto agli effetti negativi che l’errato inserimento dei dati può produrre sulla loro reputazione commerciale. (altro…)

Osservazioni sull’onere della prova nei giudizi di anatocismo

Nei giudizi promossi dai correntisti allo scopo di ottenere la restituzione degli interessi anatocistici spesso si pone il problema della distribuzione dell’onere della prova tra attore e istituto di credito convenuto. Non di rado tale problematica è affrontata e risolta, nei casi concreti, ricorrendo ad una vistosa quanto ingiustificata deroga alla regola di giudizio sancita dall’art.2697 c.c. La suddetta norma dispone che “Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento. Chi eccepisce l’inefficacia di tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si è modificato o estinto deve provare i fatti su cui l’eccezione si fonda.” (altro…)

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione in tema di anatocismo: gli effetti della sentenza n.24418 del 2 dicembre 2010

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24418 depositata in data 02.12.2010 hanno esercitato la propria funzione nomofilattica, intervenendo su alcune questioni che, in tema di anatocismo bancario, non erano univocamente valutate e decise dalla giurisprudenza di merito. La pronuncia è giunta a seguito del ricorso proposto dalla Banca Popolare Pugliese avverso la Sentenza n. 97 del 2009 emessa dalla Corte d’Appello di Lecce, relativamente ad una causa per la ripetizione di illegittime competenze bancarie avviata da un correntista salentino. (altro…)

La Corte Costituzionale sulla decorrenza della prescrizione per la ripetizione degli interessi anatocistici

Con l’attesa sentenza n.78 pubblicata oggi, 05 aprile 2012, la Corte Costituzionale ha sciolto il nodo relativo alla illegittimità costituzionale dell’art.2 comma 61 del decreto legge n.225 del 29.12.2010 coordinato con le modifiche apportate con la legge di conversione n.10 del 26.2.2011. Tenendo conto delle censure mosse alla norma dai diversi Tribunali remittenti e considerate le difese svolte dagli Istituti di credito coinvolti nelle singole vicende processuali, la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di entrambi i periodi di cui si compone l’art.2 comma 61 della legge di conversione del cosiddetto decreto mille proroghe. (altro…)

La prescrizione in materia di anatocismo: dalla Corte di Cassazione alla Corte Costituzionale passando per il decreto milleproroghe

L’applicazione della sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione n. 24418 del 2010.

La sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione n.24418 del 2 dicembre 2010 ha creato non poche difficoltà applicative. Mentre per il problema relativo alla capitalizzazione degli interessi i giudici non hanno avuto difficoltà a confermare l’illegittimità dell’applicazione di tale pratica nel caso in cui si trattasse di rapporti instaurati prima del 30 giugno 2000, con riferimento alla prescrizione del diritto alla ripetizione dell’indebito, la questione si è fatta più complessa. La sentenza delle Sezioni Unite, in realtà, parla chiaro: infatti, le Sezioni Unite, a differenza di quanto è accaduto in passato, non si limitano a sostenere che il termine di prescrizione decorre dalla chiusura del conto corrente bancario inteso come rapporto strutturalmente unitario. (altro…)

Brevi osservazioni sull’anatocismo nei mutui

Il mutuo bancario si configura come un’operazione di finanziamento che prevede un piano di ammortamento rateale. Le rate sono costituite in parte da capitale e in parte da interessi secondo una composizione che varia a seconda della forma di ammortamento prescelta.

Atteso che ciascuna rata è composta sia di capitale, sia di interessi gli eventuali interessi moratori da corrispondere con riferimento alle rate scadute e impagate verranno calcolate sull’intera rata dando luogo implicitamente alla produzione di interessi sugli interessi già maturati. (altro…)